GLI AGGETTIVI – PRIMA PARTE
Ci sono due tipi di aggettivi in giapponese: gli aggettivi che terminano in ~i (ATTENZIONE: mai in ~ei) e aggettivi che terminano in ~na.
Gli aggettivi giapponesi hanno una caratteristica particolare; oltre a modificare i sostantivi come in italiano, funzionano come verbi quando usati come predicati.
Ad esempio, l’aggettivo takai – che significa costoso – conferisce alla frase “takai yōfuku” il significato di “vestiti costosi”. Se usato nella frase “sono yōfuku wa takai” non significa semplicemente “quei vestiti costosi” ma “quei vestiti sono costosi”.
Quando gli aggettivi che terminano in ~i si usano come predicati si fanno normalmente seguire da desu per conferire alla frase uno stile formale. Quindi “takai desu” significa sempre “è costoso” ma è più formale rispetto al semplice “takai”.
Proseguiamo ora proponendo un elenco degli aggettivi più comuni che terminano in ~i e in ~na:
Aggettivi comuni che terminano in ~i:
atarashii | nuovo | furui | vecchio |
atsui | caldo | samui | freddo |
oishii | delizioso (nel senso di buon sapore) |
mazui | pessimo (nel senso di cattivo sapore) |
ookii | grande | chiisai | piccolo |
osoi | in ritardo, lento | hayai | in anticipo, veloce |
omoshiroi | interessante, divertente | tsumaranai | noioso |
kurai | scuro | akarui | luminoso |
chikai | vicino | tooi | lontano |
nagai | lungo | mijikai | corto |
muzukashii | difficile | yasashii | facile |
ii | buono, bello | warui | cattivo |
takai | alto, costoso | hikui | basso |
yasui | economico | wakai | giovane |
isogashii | occupato, impegnato | urusai | rumoroso |
Aggettivi comuni che terminano in ~na:
ijiwaruna | meschino, malvagio | shinsetsuna | gentile |
kiraina | disgustoso | sukina | preferito |
shizukana | tranquillo | nigiyakana | brioso |
kikenna | pericoloso | anzenna | sicuro |
benrina | conveniente | fubenna | sconveniente |
kireina | carino | genkina | in buona salute, bene |
jouzuna | abile | yuumeina | famoso |
teineina | educato | shoujikina | onesto |
gankona | testardo | hadena | frivolo |
Proseguiamo ora con un nuovo dialogo in cui Claudio chiede informazioni ad un passante, il signor Tanaka.
Claudio | sumimasen | mi scusi |
Tanaka san | hai | sì? |
Claudio | kono chikaku ni honya ga arimasu ka. | c’è una libreria qui vicino? |
Tanaka san | asoko ni ookii biru ga arimasu ne. honya wa ano biru no tonari desu. |
c’è un grande edificio là. la libreria è vicino a quell’edificio. |
Claudio | ano shiroi biru no tonari desu ne. | vicino a quell’edificio bianco, giusto? |
Tanaka san | hai, sō desu ne. | sì è così |
Claudio | koko kara tooi desu ka. | da qui è lontano? |
Tanaka san | iie, sonna ni tōku arimasen. gofun gurai desu yo. |
no, non è così lontano. ci vorranno cinque minuti. |
Claudio | dōmo arigatō gozaimashita | grazie mille |
Tanaka san | dō itashimashite | di nulla |
Scrittura hiragana
Continuiamo ora con qualche esercizio di scrittura hiragana.
In questa lezione impareremo come tracciare i caratteri:
ま (ma) · み (mi) · む (mu) · め (me) · も (mo)
come al solito aiutandoci con la tabella sottoriportata per seguire correttamente l’ordine e la direzione dei tratti.
Kanji
Introduciamo ora un nuovo kanji: mizu che, spesso, nei composti si legge sui. Questo kanji significa: acqua.
Ricordo ancora che i kanji hanno due modi di lettura, o pronunce, la pronuncia on e la pronuncia kun.
La lettura “kun” è usata prevalentemente quando il kanji è isolato sia come parola a se stante sia quale aggettivo o radice verbale.
La lettura “on” è basata sulla pronuncia originale cinese del kanji ed è usata tipicamente quando il kanji è parte di una parola composta, vale a dire scritto con almeno un altro kanji per formare una parola.
Un kanji può avere più di una lettura on e/o più di una lettura kun. Riportiamo quindi la/le lettura/e kun in minuscolo e la/le lettura/e on in maiuscolo.
Così, ad esempio, avremo:
…e anche per questa lezione è tutto!