VERBI – PRIMA PARTE
In questa lezione introduciamo l’argomento verbi.
Abbiamo già accennato nel corso della prima lezione che una delle caratteristiche della lingua giapponese è che il verbo viene solitamente posto alla fine della frase.
Poiché il soggetto è spesso omesso (come vedremo nel dialogo di questa lezione), il verbo assume un’importanza basilare per la comprensione della frase.
La coniugazione dei verbi giapponesi è piuttosto semplice; non vi sono infatti differenze per indicare la persona, il numero o il genere.
Partendo dalla cosiddetta forma da dizionario, possiamo dividere i verbi in tre gruppi:
· verbi che terminano in -u (chiamati anche verbi godan):
Esempi di verbi del 1° gruppo | |
hanasu | parlare |
kaku | scrivere |
kiku | ascoltare |
nomu | bere |
· verbi che terminano in -iru e in -eru (o verbi ichidan):
Esempi di verbi del 2° gruppo | ||
verbi che terminano in -iru | kiru | indossare |
miru | vedere | |
okiru | alzarsi | |
shinjiru | credere | |
verbi che terminano in -eru | akeru | aprire |
deru | uscire | |
neru | dormire | |
taberu | mangiare |
ATTENZIONE:
Ci sono alcune eccezioni. I verbi che seguono, pur terminando in -iru o -eru appartengono al 1° gruppo:
hairu | entrare |
hashiru | correre |
iru | avere bisogno |
kaeru | tornare |
kagiru | limitare |
kiru | tagliare |
shaberu | vibrare |
shiru | sapere |
· verbi irregolari. Ce ne sono solo due: kuru (venire) e suru (fare). Il verbo “suru” è probabilmente quello più utilizzato in giapponese in quanto viene anche utilizzato in combinazione con nomi per trasformarli in verbi.
Perplessi? … allora ecco qualche esempio:
benkyou suru | studiare |
ryokou suru | viaggiare |
yushutsu suru | esportare |
dansu suru | ballare |
Bene … nella prossima lezione continueremo l’argomento verbi prendendo in esame le coniugazioni.
Proseguiamo ora con un nuovo dialogo:
Claudio | Ohayō Gozaimasu | Buongiorno (lett.: buon mattino) |
Kimiko | Ohayō Gozaimasu | Buongiorno (lett.: buon mattino) |
Claudio | Pan o tabemasu ka | Vuoi del pane? (lett: mangi del pane?) |
Kimiko | Tabemasu | Sì (lett.: lo mangio) |
Claudio | Tamago o tabemasu ka | Vuoi delle uova? (lett.: mangi delle uova?) |
Kimiko | Tabemasen | No (lett.: non le mangio) |
Claudio | Soredewa ringo o tabemasu ka | Allora, vuoi una mela? (lett.: Allora mangi mela?) |
Kimiko | Tabemasu | Sì (lett.: la mangio) |
Claudio | Kōhī o nomimasu ka | Vuoi del caffè? (lett.: bevi del caffè?) |
Kimiko | Nomimasu | Sì (lett.: lo bevo) |
Claudio | O kashi o tabemasu ka | Prendi dei dolci? (lett.: mangi dei dolci?) |
Kimiko | Iie, kekkō desu | No, basta così (lett.: No, è perfetto) |
Nota: Dal dialogo avrete notato come, in giapponese, per rispondere sì o no in maniera diretta alle domande, si utilizzano raramente le parole hai e iie; si preferisce ripetere il verbo nella sua forma affermativa o negativa.
Scrittura hiragana
Continuiamo ora con qualche esercizio di scrittura hiragana.
In questa lezione impareremo come tracciare i caratteri:
た (ta) · ち (chi) · つ (tsu) · て (te) · と (to)
come al solito aiutandoci con la tabella sottoriportata per seguire correttamente l’ordine e la direzione dei tratti
Kanji
Introduciamo ora un nuovo kanji: oo che nei composti si legge dai o, in certi casi, per ragioni eufoniche, tai. Questo kanji significa grande. Ricordo ancora che i kanji hanno due modi di lettura, o pronunce, la pronuncia on e la pronuncia kun. La lettura “kun” è usata prevalentemente quando il kanji è isolato sia come parola a se stante sia quale aggettivo o radice verbale. La lettura “on” è basata sulla pronuncia originale cinese del kanji ed è usata tipicamente quando il kanji è parte di una parola composta, vale a dire scritto con almeno un altro kanji per formare una parola. Un kanji può avere più di una lettura on e/o più di una lettura kun. Riportiamo quindi la/le lettura/e kun in minuscolo e la/le lettura/e on in maiuscolo.
oo(kii)/DAI/TAI
Così, ad esempio, avremo:
… e anche per questa lezione è tutto!